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SURREALE

Durata: 50 minuti

Concept, Regia e Coreografia: Roberto Altamura

Musica: Paolo Tortiglione

 

“La realtà non è mai come la si vede: la verità è soprattutto immaginazione.”

(René Magritte)

Performance per cinque danzatori, su musica originale di Paolo Tortiglione e coreografia di Roberto Altamura.

Ispirazione fondamentale per il processo creativo della performance sono alcune delle opere di René Magritte, uno dei maggiori esponenti del surrealismo, in grado di trasformare la realtà in un affascinante mistero.

La performance si sviluppa in quattro sezioni, ispirate alle opere dell’artista in grado di creare una suggestione per dare corpo e forma alla musica e al movimento, con l'intento di realizzare per ogni quadro un vero e proprio tableaux vivant.

QUADRO 1

IL FIGLIO DELL'UOMO

DANZATRICE: SHANTI GOTTARDO

L’opera è enigmatica e misteriosa, e negli anni le sono stati attribuiti numerosi significati.

Il quadro rappresenta una critica della classe borghese, che Magritte considera ipocrita e meschina e che nell’opera viene rappresentata dall’abito formale dell’uomo. Con l’opera il pittore vuole rappresentare anche il desiderio umano di vedere cosa si nasconde dietro il visibile. Lui stesso ha così commentato l’opera:"Qui abbiamo qualcosa di apparentemente visibile poiché la mela nasconde ciò che è nascosto e visibile allo stesso tempo, ovvero il volto della persona.

Questo processo avviene infinitamente. Ogni cosa che noi vediamo ne nasconde un’altra; noi vogliamo sempre vedere quello che è nascosto da ciò che vediamo. Proviamo interesse in quello che è nascosto e in ciò che il visibile non ci mostra. Questo interesse può assumere la forma di un sentimento letteralmente intenso, un tipo di disputa, potrei dire, fra ciò che è nascosto e visibile e l’apparentemente visibile".

Magritte con il dipinto vuole smuovere un sentimento nello spettatore, sia esso curiosità nel sapere cosa c’è dietro la mela o frustrazione per non riuscire a vederlo, e allo stesso tempo vuole spingerlo a utilizzare la fantasia per immaginare i tratti del viso.

 

QUADRO 2

LA RIPRODUZIONE VIETATA

DANZATRICI: ELISA ALUIGI, DAFNE SECCO

Un uomo, visto di spalle, si osserva allo specchio e non vede il suo volto, ma le sue stesse spalle.

Un dipinto che lascia spiazzati per il suo carattere surreale.
Cosa è vietato per Magritte nell’essere umano? Vedersi in un solo volto. Infatti, l’uomo viene non-riflesso dallo specchio in virtù delle sue molteplici facce, della multidimensionalità dell’Io che crea la personalità. La rappresentazione dell’Io plurimo del soggetto è vietata dalle regole della morale, della giustizia, del senso comune. Come sarebbe possibile raffigurare un Io plurimo, dalle tante sfaccettature? È come se, nel suo dipinto, l’autore volesse dirci provocatoriamente:siete proprio sicuri di poter dire “io sono fatto così?” Ogni uomo sente la necessità di trovare un equilibrio e darsi una certa coerenza, ma gli elementi che “decidiamo” di far prevalere in noi non sono gli unici, ne possediamo anche altri, più o meno sotterranei, che continuano ad esistere dentro di noi, anche opposti a quelli che mostriamo agli altri e, talvolta, anche a noi stessi. Il dipinto vuole anche farci riflettere sul fatto che non possiamo conoscerci semplicemente guardandoci davanti ad uno specchio, bensì facendo esperienza dell’Altro e degli altri, che consente all’Io di sperimentare un continuo “altrove”

QUADRO 3

LES AMANTS

DANZATRICI: GIADA FRANCO, ALICE PEIRANO

Questo bacio fra i due amanti è un'immagine decisamente conturbante, che parla di morte e di impossibilità di comunicare.
Nascosti dietro i loro sudari, si scambiano un amore muto incapace di un linguaggio diverso da quello del corpo, esprimendo una forte passione nonostante la mancanza di dialogo.

Possiamo considerarlo il “bacio della morte”? Un bacio tra due defunti, o in procinto di essere tali? Privati dei sensi della vistae del tatto, dell'esperienza sensibile, agli amanti è vietato di conoscersi.La riflessione a cui l'opera deve condurre l'osservatore è stata da sempre la volontà dell'artista: un'interpretazione che non deve mai giungere ad una conclusione definitiva.

Nascondendo i volti, rendendoli non visibili, il pittore vuole mostrare i molteplici significati del reale attraverso nuovi punti di vista, un “vedere oltre”.

Come spiega lo stesso pittore: «C’è un interesse in ciò che è nascosto e ciò che il visibile non ci mostra. Questo interesse può assumere le forme di un sentimento decisamente intenso, una sorta di conflitto, direi, tra visibile nascosto e visibile apparente.»

 

QUADRO 4

GOLCONDA

DANZATRICI: GIADA FRANCO, ALICE PEIRANO, ELISA ALUIGI, DAFNE SECCO, SHANTI GOTTARDO

Certamente una delle tele più famose del pittore belga, raffigura una serie di uomini sospesi a mezz'aria e vestiti in maniera assolutamente identica.
Si differenziano nei volti e nella direzione del loro sguardo, hanno dimensioni diverse in base alla loro distanza dall'osservatore, quelli sullo stesso piano sono perfettamente equidistanti e nel complesso non si sa se stiano cadendo dal cielo o levitando verso l'alto.

L'immagine genera un senso di positività derivato dalla geometria degli elementi insieme ad una sensazione di angoscia a causa della presenza di una moltitudine di figure indistinguibili, anonime, senza alcun tipo di individualità riconoscibile: qualcuno ha visto in questa rappresentazione una critica all'omologazione, alla standardizzazione, alla meccanicità della routine, mettendo in luce il rapporto tra uomo e lavoro che sopprime le peculiarità di ogni individuo in nome del progresso.

© 2015 by  Milano Contemporary Ballet

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